venerdi Santo 2016

26.03.2016 12:36

A guidare la riflessione del Papa, dei membri della Curia e dei fedeli presenti durante la Celebrazione della Passione del Signore, nel Venerdì Santo 2016, è stato padre Cantalamessa, predicatore della Casa Aostolico, il quale ha sottolineato come la Misericordia di Dio per secoli sia stata vista come l’eccezione alla rigidità dei comandamenti: la Misericordia, invece, è il modo normale di agire di Dio, “Dio si fa giustizia, facendo misericordia”!

L’uomo, basandosi sull’inganno del maligno che già nel Paradiso Terrestre gli fa credere a un Dio che è invidioso dell’uomo, si è costruito l’immagine di un di “un Dio arcigno e inquisitore” del quale avere paura. È proprio Gesù, con la sua morte, invece, a rivelarci come il suo vero volto sia la Misericordia.

L’Anno della misericordia è l’occasione d’oro per riportare alla luce la vera immagine del Dio biblico che non solo fa misericordia, ma è misericordia” – ha dunque detto Cantalamessa, riconoscendo, nel corso della sua predicazione come si debba proprio a Lutero l’aver riportato “alla luce questa verità, dopo che per secoli, almeno nella predicazione cristiana, se ne era smarrito il senso, ed è di questo soprattutto che la cristianità è debitrice alla Riforma, di cui il prossimo anno ricorre il quinto centenario”.

Alla luce di questo risuona fote l’invito di San Paolo, contenuto nella seconda Lettera ai Corinzi a lasciarsi “riconciliare con Dio”: nella celebrazione della Passione di Gesù, è proprio questo che commemoriamo, ovvero che “l’amore di Dio ha raggiunto l’uomo nel punto più lontano in cui si era cacciato fuggendo da lui, e cioè nella morte”.

La morte di Cristo doveva apparire a tutti come la prova suprema della misericordia di Dio verso i peccatori. Gesù vuole restare amico dei peccatori fino alla fine, per questo muore come loro e con loro”.

È così che pensando alla attualità, agli “attentati terroristici di questa settimana“, comprendiamo appieno “la forza divina racchiusa in quelle ultime parole di Cristo: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’” – ha aggiunto padre Raniero Cantalamessa – “Per quanto lontano possa spingersi l’odio degli uomini, l’amore di Dio è stato, e sarà, sempre più forte

La risposta a questi atti non deve essere la vendetta, ma la misericordia: ricordando l’esortazione di San Paolo “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”, ha dunque aggiunto che “c’è una sola cosa che può salvare davvero il mondo: la misericordia!”.

Ma la Misericordia non solo più salvare il mondo dall’odio e dalla violenza, ma può salvare anche “la cosa più preziosa e più fragile che c’è, in questo momento, nel mondo, il matrimonio e la famiglia” – ha affermato durante la propria predicazione in occasione del Venerdì Santo 2016 – “Non ci si sposa per misericordia, ma per amore. Ma dopo anni, o mesi, di vita insieme, emergono i limiti reciproci, i problemi di salute, di finanze, dei figli; interviene la routine che spegne ogni gioia”.

Quello che può salvare un matrimonio dallo scivolare in una china senza risalita – ha assicurato il religioso nella propria riflessione – è la misericordia, intesa nel senso pregnante della Bibbia, e cioè non solo come perdono reciproco, ma come un rivestirsi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine e di magnanimità”. “La misericordia fa sì che all’eros si aggiunga l’agape, all’amore di ricerca quello di donazione e di con-passione”, ha concluso Cantalamessa, chiedendosi: “Dio si impietosisce dell’uomo: non dovrebbero marito e moglie impietosirsi l’uno dell’altro? E non dovremmo, noi che viviamo in comunità, impietosirci gli uni degli altri, anziché giudicarci?”.

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